martedì 3 marzo 2020

il 29 marzo voteremo NO nel referendum costituzionale


Care compagne, cari compagni,

come sapete, il 29 marzo voteremo NO nel referendum costituzionale avente ad oggetto la conferma o meno della legge costituzionale approvata dal Parlamento riguardante la riduzione (molto drastica) del numero dei parlamentari ( senza prevedere, tra l’altro, alcuna differenziazione di funzioni tra Camera e Senato ). Demagogia populista diffusa, soprattutto dal M5S a piene mani con la meschina motivazione di risparmi di spesa ( peraltro modestissimi). 
E’ importante la più ampia mobilitazione per il NO, collegata ad una attenta e diffusa controinformazione. 
E’ un referendum costituzionale , in cui, pertanto, non è previsto il raggiungimento del quorum per la sua validità.

29 marzo, referendum e riforma


Si è voluto evitare che un approfondito dibattito pubblico sulla riforma possa portare ad un ripensamento nell’opinione pubblica

Appena conosciuti i risultati delle urne in Calabria ed in Emilia Romagna, dopo poche ore, il Consiglio dei Ministri ha assunto una decisione politicamente rilevante fissando al 29 marzo la data per lo svolgimento del referendum avente ad oggetto la riforma costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari. Con tale decisione si è voluto ridurre al massimo lo spazio temporale fissato dalla legge per l’indizione del referendum allo scopo di evitare che un approfondito dibattito pubblico sulla riforma possa portare ad un ripensamento nell’opinione pubblica.

Corona virus: lettera agli studenti del Volta

Lettera agli studenti del Volta - 25 febbraio 2020
“La peste che il tribunale della sanità aveva temuto che potesse entrar con le bande alemanne nel milanese, c'era entrata davvero, come è noto; ed è noto parimente che non si fermò qui, ma invase e spopolò una buona parte d’Italia…..”

Le parole appena citate sono quelle che aprono il capitolo 31 dei Promessi sposi, capitolo che insieme al successivo è interamente dedicato all’epidemia di peste che si abbatté su Milano nel 1630. Si tratta di un testo illuminante e di straordinaria modernità che vi consiglio di leggere con attenzione, specie in questi giorni così confusi.

CORONAVIRUS- DIFENDIAMO I SALARI E LA SALUTE DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI


CORONAVIRUS- DIFENDIAMO I SALARI E LA SALUTE DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI

Il governo ha stanziato milioni di milioni per le imprese in difficoltà a causa a degli effetti sull’economia dell’emergenza corona virus.

Non ha avuto lo stesso occhio di riguardo per tutte quelle centinaia di migliaia di lavoratori che vengono privati ​​di un reddito già presente o sottoposto a osservare la loro opera in condizioni che li espongono a rischi per il saluto e alla violazione di tutele basilari.

Ci riferiamo in particolare a quei tantissimi lavoratori che nei decenni di licenziamenti, deregolamentazioni, esternalizzazioni, diffusione dei subappalti hanno confinato in quell ampia zona economica in cui regnano precarietà, bassi salari, sfruttamento e mancanza dei diritti minimi.

Una lettera e una petizione on line per chiedere alle Istituzioni che le strutture convenzionate sostengano a titolo gratuito la sanità pubblica.


Una lettera e una petizione on line per chiedere alle Istituzioni che le strutture convenzionate sostengano a titolo gratuito la sanità pubblica.

Governo e regioni obblighino per decreto la Sanità privata a contribuire in modo gratuito a risolvere l’emergenza Coronavirus. A chiederlo sono Rifondazione Comunista e Milano in Comune con una lettera e una petizione on line indirizzata a Ministero della Sanità, Regione e Comune di Milano. Ecco il link per la raccolta di firme: http://chng.it/ZXX4vqfHY4
In questo momento, con le cittadine e i cittadini sottoposti a messaggi contraddittori sulla reale pericolosità del virus, vediamo le nostre strutture sanitarie pubbliche – penalizzate da anni di continui tagli economici a favore del privato – in grave e crescente difficoltà, oltre che lasciate sole a affrontare l’emergenza e la normale attività. Per questo chiediamo un atto e/o un decreto che imponga alle strutture sanitarie private convenzionate di concedere, a titolo non oneroso e per tutto il tempo necessario, ciò che è utile per l’emergenza di rianimazione, come per le analisi e supporto medico infermieristico, così da concorrere a ristabilire la dovuta serenità sociale.


Matteo Prencipe – Rifondazione Comunista
Alessandro Brambilla Pisoni – Milano in Comune


vedi video: https://www.facebook.com/prcmilano/videos/218556175998318/

CORONAVIRUS: E’ IL MOMENTO PER LA SANITÀ PRIVATA DI RESTITUIRE ALLA COLLETTIVITA’


I cittadini e cittadine milanesi e lombardi/e vivono con apprensione lo stillicidio di informazioni, spesso incoerenti, circa la gravità dell'emergenza Coronavirus. E, pur a fronte di messaggi di incoraggiamento a non fermarsi e ritornare alla vita normale (che sono sì utili ma solo se e quando tutti potranno godere della sufficiente fiducia e serenità), vediamo le nostre strutture sanitarie pubbliche - penalizzate da anni di continui tagli economici a favore del privato - in grave e crescente difficoltà, oltre che drammaticamente lasciate sole a affrontare l'emergenza e la normale attività.

domenica 1 marzo 2020

Marzo 1944 – Sciopero generale contro il nazifascismo


Se gli scioperi del marzo 1943 che hanno rappresentato un salto di qualità nella lotta di opposizione al fascismo, erano caratterizzati da rivendicazioni economiche e salariali, quello generale del marzo 1944 è invece uno sciopero politico contro la fame, contro la guerra e contro il nazifascismo. Fu possibile metterlo in atto grazie all'attività clandestina di uomini e donne, di operaie e operai, organizzati nei Comitati di agitazione.

Quella formidabile protesta la “più grande manifestazione di massa effettuata nell'Europa occupata dai nazifascisti” , come la definì il New York Times e Radio Londra, paralizzò l'intero territorio italiano occupato dai nazifascisti.A Milano e nell'area industriale di Sesto San Giovanni si fermano tutti i grandi stabilimenti dall'1 all'8 marzo 1944.Il moto di protesta fu così forte che il “Corriere della Sera” non uscì per tre giorni per lo sciopero dei poligrafici.

Scioperano pure gli impiegati delle banche, i colletti bianchi.

I tranvieri milanesi scesero in sciopero e paralizzarono la città. L'astensione dei tranvieri ebbe una risonanza mondiale e fu citata dalla voce di Londra, dalla voce dell'America e da Radio Mosca.

 I lavoratori milanesi e sestesi pagarono duramente la partecipazione allo sciopero generale, con la deportazione di centinaia e centinaia di operai nei lager nazisti.

Il riconoscimento del ruolo dei lavoratori italiani nella lotta contro il nazifascismo è solennemente sancito dall'art.3 della Costituzione, nel quale, fra l'altro, si legge: “E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”

Roberto Cenati - Presidente Anpi Provinciale di Milano

“No agli esercizi di guerra della NATO – Sì alla pace, alla politica di distensione, al disarmo”.


MOZIONE APPROVATA ALL’ESECUTIVO DEL PARTITO DELLA SINISTRA EUROPEA.


Il Partito della Sinistra europea si oppone attivamente all’attività militare statunitense Defender 2020, nonché a tutte le azioni di supporto della NATO e degli Stati membri dell’Unione Europea. È necessaria un’ampia resistenza! Insieme al movimento per la pace dobbiamo prendere una posizione contro la politica degli Stati Uniti e dei loro alleati. Ove possibile, dobbiamo disturbare o prevenire eventuali manovre.

Il coronavirus e la società che verrà



February 27, 2020

Comunque vada, la vicenda del coronavirus non lascerà le cose immutate. Condizionerà la percezione delle cose e delle priorità da parte delle persone e produrrà conseguenze sul piano sociale, economico, culturale e politico. Questa è una delle poche certezze in questi giorni caotici, pieni di legittime paure e di psicosi più o meno indotte.

Difficile prevedere oggi cosa e come cambierà, anche perché siamo solo agli inizi e ognuno e ognuna di noi sta ancora cercando di metabolizzare la nuova situazione. Eppure, siamo costretti a ragionarci sin d’ora, perché in fin dei conti il nostro futuro non lo scriverà il virus, ma noi stessi, cioè le persone e le forze sociali, politiche e istituzionali in campo.

Ma prima di procedere va fatta una premessa, anzi due, per trasparenza nei confronti di chi legge.

Coronavirus, cosa non ha funzionato nella sanità lombarda



Medico, professore presso l'Università degli Studi di Milano



Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha segnalato che probabilmente all’ospedale di Codogno qualcosa non ha funzionato; i vertici della regione Lombardia hanno immediatamente reagito con grande durezza. La polemica si è chiusa con inusitata rapidità: uno aveva da far dimenticare il mancato controllo su chi dalla Cina arrivava in Italia transitando da un Paese terzo, gli altri non potevano permettere che fosse messa in discussione la tanto celebrata sanità lombarda.

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Ma, andando oltre le schermaglie politiche, è fondamentale capire se qualcosa veramente non ha funzionato nel servizio sanitario lombardo, accreditato da più parti come il migliore ed il più efficiente della penisola.